Epinomide

Epinomide
Titolo originaleἘπινομίς
Altri titoliIl colloquio notturno
Accademia di Platone (mosaico di Pompei)
AutoreFilippo di Opunte
1ª ed. originaleIV secolo a.C.
Generedialogo
Sottogenerefilosofico
Lingua originalegreco antico
PersonaggiAteniese, Clinia, Megillo
SerieDialoghi platonici, IX tetralogia
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L'Epinomide (in greco Ἐπινομίς) è un dialogo anticamente attribuito a Platone ma la cui autenticità è messa in dubbio dagli studiosi contemporanei; in particolare, stando alla testimonianza di Diogene Laerzio, è molto probabile che l'autore sia stato Filippo di Opunte, allievo e segretario del filosofo ateniese, che alla morte del maestro fu responsabile della trascrizione della sua ultima opera, le Leggi.[1]

La vicenda del dialogo prende le mosse proprio dalla parte finale delle Leggi, di cui si ipotizza possa essere il tredicesimo libro. Lo stesso titolo infatti, composto di ἐπί (sopra) e νόμος (legge), sembra suggerire che l'autore (Platone o chi per lui) lo abbia composto come appendice a quest'ultima grande opera. Anche i personaggi sono i medesimi: l'Ateniese, Clinia e Megillo discutono dapprima della condizione umana e delle varie scienze a cui gli uomini si dedicano, dopodiché, nella seconda parte, affrontano questioni cosmologiche.

  1. ^ Diogene Laerzio III 37.

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